I miei orizzonti ( pt.1)
Anche quest'anno gli studenti del centro EdA hanno festeggiato la conclusione dell'anno scolastico presso la Campana dei Caduti di Rovereto. E' stata un'occasione di incontro e condivisione, anche di percorsi di vita. Gli stessi studenti si sono cimentati nella scrittura di un testo dal titolo " I miei orizzonti", nel quale raccontarsi e raccontare le proprie esperienze, prospettive, sogni e obiettivi.
Alcuni dei loro scritti sono stati letti durante la serata. Ve li proponiamo di seguito.
Quando vivevo in Brasile non
vedevo un orizzonte per me e la mia famiglia. Nel momento in cui ho preso
la decisione con mia moglie ho iniziato a vedere un orizzonte.
Oggi posso dire di essere
molto felice e di poter offrire ai miei figli uno dei posti migliori nel quale crescere.
Nella vita di ogni giorno mi
sono scoperta a cambiare tante abitudini.
Ora, dopo cinque anni che
abito in Trentino, sono felice.
Gli orizzonti nella vita non
finiscono mai, mi portano a continuare a imparare e mi permettono di trovare sulla
mia strada tante persone belle.
Sono cresciuta in un povero villaggio a ovest del mio paese, il Camerun. Lì vivevamo di agricoltura. Trascorrevamo la giornata nei campi e tornavamo sempre molto tardi, troppo stanchi. La mia infanzia è stata molto difficile. Grazie a Dio, ho viaggiato e ho trascorso dei bei momenti da quando sono qui in Italia. Vorrei tornare un giorno nel mio paese per riportare tutte le mie esperienze.
Ho scelto di arrivare in
Italia per salvare la mia famiglia dalla guerra in Libia. Ho imparato a lottare nella vita
per ottenere ciò che voglio.
Quando sono arrivata in Italia avevo paura del
futuro, ora sono molto tranquilla. Ora sono cresciuta e mi sono abituata alla mia nuova
vita.
Ho scelto di arrivare in
Italia per salvare la mia famiglia dalla guerra in Libia. Ho imparato a lottare nella vita
per ottenere ciò che voglio. Quando sono arrivata in Italia avevo paura del
futuro, ora sono molto tranquilla.
Ora sono cresciuta e mi sono abituata alla mia nuova
vita.
Il mio sogno è portare qui
mia mamma e mio papà. Non li vedo da 13 anni. I miei orizzonti sono in Italia.
Lavoro e vorrei comprare una casa e un negozio di scarpe e di abbigliamento, come avevo in
Pakistan. Lì non c’è libertà.
Dalla mia città arrivano solo brutte notizie. Non
voglio tornare. Ho lasciato il mio Paese il 17 agosto. Quel giorno non lo posso dimenticare. Qui in Italia è tutto diverso.
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