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Lettere ai ragazzi di Barbiana


Chi è don Milani? 
La nostra scuola porta il nome di don Lorenzo Milani e quest’anno festeggia i 100 anni della sua nascita. Ma chi è don Milani?

Lorenzo Milani nasce a Firenze nel 1923 da una famiglia ricca e di cultura. A vent’anni conosce la fede cattolica e decide di diventare sacerdote.

Don Milani vede intorno a sé tanta povertà: nei paesi e nelle campagne della Toscana vivono soprattutto contadini e pastori, spesso analfabeti. Don Milani pensa che la chiesa abbia il dovere di occuparsi dell’istruzione insegnare a leggere e scrivere a queste persone fragili: secondo lui, infatti, la cultura rende gli uomini “persone”, dà loro dignità.

Per questo fonda una scuola popolare prima a San Donato di Calenzano e poi a Barbiana, un paese isolato sulle colline del Mugello, dove arriva un sentiero sterrato ripido e scomodo.

La scuola di Barbiana raccoglie bambini e ragazzi poveri. Spesso sono andati a scuola, ma non sono riusciti a completare gli studi perché dovevano lavorare, studiavano poco, non riuscivano a imparare.


Don Milani dedica a questi ragazzi tutta la sua breve vita e scrive insieme a loro “Lettera a una 
professoressa”, un libro che spiega e racconta i problemi della scuola italiana, che non è capace di prendersi cura dei ragazzi poveri e semianalfabeti. 


Per conoscere più da vicino questa figura di maestro degli ultimi, gli studenti della classe C del percorso di primo livello hanno letto, con la loro insegnante, “Lettera a una professoressa”. 

Venuti a conoscenza delle grandi difficoltà e disuguaglianze della scuola degli anni Sessanta, “un ospedale che cura i sani e respinge i malati”, hanno preso carta e penna e scritto una lettera ai ragazzi di Barbiana. Ecco alcuni stralci dei loro scritti. 




Cari ragazzi di Barbiana,

la vostra lettera, scritta nel 1967, ci fa riflettere sull’importanza della scuola come luogo di formazione, trasformazione e sviluppo delle idee. 

Penso che tanti di voi abbiano visto i cambiamenti che la scuola ha fatto negli anni a venire: il diritto allo studio scritto nella Costituzione è ampiamente realizzato per tutti, anche per i cosiddetti “poveri”, perché le famiglie meno agiate hanno il sostegno dello Stato per far continuare i ragazzi negli studi grazie alle borse di studio per chi non possiede un reddito adeguato.

Il sistema educativo di oggi aiuta chi è dotato e chi è meno dotato e non considera nessuno “negato per gli studi”, come accadeva a voi. L’esistenza di una scuola per stranieri, come questa che noi stiamo frequentando, esprime molto bene i cambiamenti avvenuti nel tempo. 

L’inclusione sociale avviene soprattutto tramite l’insegnamento e l’apprendimento della lingua che è uno strumento molto potente, come voi sapete.

La nostra realtà del “don Milani”, infine, è un aiuto prezioso in quanto favorisce e accompagna il nostro percorso di inserimento e integrazione.

Un caro saluto,

Aurela

Aurela Satka, Albania


Cari ragazzi di Barbiana,

Vi racconto com’è la scuola ai tempi di oggi.
In una parte del mondo la scuola è obbligatoria e gratuita fino alla terza media o oltre.

Ogni bambino ha i propri libri e quaderni per le diverse materie. Nelle aule ci sono una lavagna sulla quale si può scrivere con i gessi e una lavagna interattiva, la LIM, sulla quale vengono proiettate delle immagini tramite il computer.

Ogni studente ha un banco.

Ci sono Paesi dove i ragazzi devono camminare chilometri e chilometri per arrivare a scuola e devono scrivere sulla sabbia perché non hanno né libri né quaderni.

Un abbraccio, Teodora

Teodora Petrova, Bulgaria



Cari ragazzi di Barbiana,

Cari ragazzi, la scuola di oggi non è più quella che avete lasciato voi. Abbiamo lavorato tanto per migliorare. Oggi abbiamo delle bellissime scuole con tante classi ognuna delle quali raccoglie bambini e ragazzi della stessa età. 

Gli studenti non hanno per maestri ragazzi poco più grandi di loro ma insegnanti veri, che hanno studiato per fare questo lavoro. 

I ragazzi che sono in difficoltà vengono aiutati da altri maestri che li seguono ancora di più.

La nostra scuola oggi ha un posto per tutti e fa sentire tutti uguali.

Mi dispiace molto per come siete stati trattati e come vi siete sentiti ma sono felice di dirvi che oggi, dopo tanto lavoro, siamo riusciti a crescere: la nostra scuola è migliore di quella di ieri, di quella che avete conosciuto voi, e sono sicura che, lavorando duramente, renderemo quella di domani ancora migliore. 

Con affetto,

Liljana

Liljana Kaloshi, Albania



Da queste riflessioni è nato anche un podcast. Andate ad ascoltarlo seguendo questo link:

https://webe.radio/episodes/centro-eda-lettera-a-don-milani

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